martedì 30 novembre 2010

Mense scolastiche, cibi biologici obbligatori? Sì, ma la gara si vince col massimo ribasso!

Un bando di gara su 4 per il servizio mensa nello scorso anno è stato aggiudicato con il criterio del prezzo più basso. Vengono somministrati pasti interi di un valore inferiore a 1 euro
Nelle mense scolastiche italiane ogni giorno consumano il pranzo 1,6 milioni di bambini tra elementari e materne. Un bando di gara su 4 per il servizio mensa, nel 2009, è stato aggiudicato con il criterio del massimo ribasso. Cioè, pagando il meno possibile.
Lo dice la Angem, l’Associazione nazionale della ristorazione collettiva e servizi vari, che aderisce alla Fipe-Confcommercio.
Insomma, vige una politica del sottocosto, col malcostume tipicamente nazionale delle gare al massimo ribasso. E’ stato calcolato che in alcuni casi vengono somministrati pasti con un valore delle materie prime inferiore a un euro.
Tutto questo è indecente soprattutto perché coinvolge l’infanzia.

Una risposta decisa a questo malcostume possono essere le mense Bio, dove la qualità viene prima del prezzo. E, al riguardo, sarebbe sufficiente applicare le leggi. Quelle leggi che, probabilmente, rispetta chi indice le gare senza il criterio del massimo ribasso. Tanto che oggi sono oltre un milione i pasti con ingredienti biologici forniti quotidianamente nelle mense scolastiche italiane (140.000 solo nella città di Roma).
Il comma 4 dell’articolo 59 della Legge del 23 dicembre 1999 n. 488 (“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato”, cioè la legge finanziaria 2000), infatti, impone l’uso quotidiano di prodotti biologici agli enti che gestiscono mense scolastiche e ospedaliere, stabilendo che “per garantire la promozione della produzione agricola biologica e di qualità, le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche ed ospedaliere prevedono nelle diete giornaliere l’utilizzazione di prodotti biologici, tipici e tradizionali nonché di quelli a denominazione protetta, tenendo conto delle linee guida e delle altre raccomandazioni dell’Istituto nazionale della nutrizione. Gli appalti pubblici di servizi relativi alla ristorazione delle istituzioni suddette sono aggiudicati ai sensi dell’articolo 23, comma 1, lettera b, del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157, e successive modificazioni, attribuendo valore preminente all’elemento relativo alla qualità dei prodotti agricoli offerti”.


Fonte: Angem.

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