(Fonte: ilfattoalimentare.it)
Brian Wansink, psicologo della Cornell University impegnato da
anni nello studio della relazione tra percezione sensoriale e scelte alimentari
e autore di alcuni best seller sull'argomento, ha condotto due diversi esperimenti,
i cui risultati sono stati pubblicati su Preventive Medicine.
Nel primo lavoro l'autore ha invitato 147
bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, provenienti da 5 scuole molto
diverse tra di loro per bacino di utenza, a sperimentare piatti nuovi e, per
tre giorni consecutivi, ha aggiunto al menu servito abitualmente a pranzo delle
carote.
Nel primo e nel terzo giorno le carote non avevano nessuna
nome particolare, mentre il secondo giorno erano presentate come "le
carote della vista a raggi X" oppure come "il piatto del
giorno".
Analizzando la scelta dei bambini, Wansink ha
visto che anche se la porzione scelta era sempre la stesa nel corso dei tre
giorni, quella di carote effettivamente consumate cambiava in modo rilevante.
Il secondo giorno i bambini che avevano preso le "carote della vista
a raggi X" avevano mangiato il 66% del quantitativo sul piatto, per
quelli che avevano scelto il "piatto del giorno" si è arrivati al 32%
mentre il gruppo che aveva mangiato il piatto di carone
"anonimo" è arrivato al "35%".
Anche nel secondo esperimento si arriva alle
stesse conclusioni. In questo caso, Wansink e i suoi collaboratori hanno
proposto per due mesi, a circa 700 ragazzi di diverse scuole di New York,
verdure con i seguenti nomi: "carote della vista a raggi X",
"broccoli per rinforzare i pugni" e "gustose cime di
albero" (per i fagiolini). Le verdure questa volta erano in vendita nella
mensa scolastica e i risultati sono stati ancora più eclatanti, proprio perché
gli studenti dovevano scegliere di acquistare le pietanze.
Le vendite di carote, broccoli e fagiolini sono di
fatto raddoppiate (+99%) nelle scuole in cui erano proposte con i nomi
accattivanti, mentre nelle altre, dove le verdure erano state semplicemente
aggiunte al menu abituale senza alcuna indicazione particolare, sono diminuite
(del 16%). "Questi risultati" ha commentato Wansink "dimostrano
che provvedimenti semplici e assolutamente economici possono fare una
differenza enorme tra i bambini di diverse età e aiutarli a mangiare molte più
verdure".
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