mercoledì 7 settembre 2011

Il cibo spesso non piace (ai genitori)

Promosse dai Nuclei antisofisticazioni e sanità dei carabinieri, in igiene. Rimandate con debito da alunni e genitori, dal punto di vista della qualità. È la realtà in chiaroscuro delle mense scolastiche italiane, dove ogni giorno consumano il pranzo 1,6 milioni di bambini tra elementari e materne.
Il raffronto tra i dati sull'attività di ispezione dei Nas, nei primi otto mesi del 2010 e del 2011, danno un quadro piuttosto confortante a detta dei responsabili dell'Arma.
«Dai numeri traspare un notevole sforzo da parte delle strutture affinché sia garantito un servizio mensa efficace, efficiente e soprattutto sano sotto il profilo igienico-sanitario» sottolinea Francesco Saggio, comandante del Reparto analisi del Comando Carabinieri tutela della salute. La percentuale delle mense trovate "non conformi" è calata dal 45 (109 su 231 controllate) al 40 per cento (99 su 254). Così anche le sanzioni penali (-28%) e quelle amministrative (-8%).
«La non conformità non significa che i locali o i cibi fossero pericolosi per la salute dei bambini» precisa Saggio. E aggiunge un altro dato: «I sequestri delle strutture sono diminuiti: da 19 su 109 nel 2010, a 14 su 99 nel 2011. Per lo più, abbiamo riscontrato la mancanza delle autorizzazioni sanitarie previste. Ma questo non vuole dire che fossero in condizioni igienico-sanitarie pessime». Insomma, quello che mancava non era che "il pezzo di carta".
Diminuisce anche la quantità di merce sequestrata: 400 chili nel 2011, contro 1 tonnellata dell'anno scorso. Non si tratta solo di alimenti conservati nei frigoriferi in maniera sbagliata o lasciati in locali non idonei, ma anche di cibi di qualità diversa da quella prevista nel capitolato di appalto. «Casi, dunque, di frode nelle pubbliche forniture, da non confondere con la sicurezza degli alimenti» dice il comandante del Reparto analisi.
Mediamente quasi 9 bambini su 10 utilizzano la mensa all'asilo, il 55 per cento alle elementari e il 22 per cento alle medie, secondo il Rapporto 2011 sulla qualità della scuola elaborato dalla rivista specializzata Tuttoscuola .
Per le famiglie, il servizio di refezione scolastica è fondamentale.
Da Nord a Sud, si moltiplicano le denunce e le iniziative a difesa del diritto dei bambini a mangiare bene a scuola. La cronaca, per fortuna, non ha fatto registrare casi eclatanti sul fronte igienico-sanitario. «La maggior parte delle segnalazioni che riceviamo riguardano la qualità del cibo e il gradimento da parte dei bambini delle pietanze», spiega Muriel Verweij ideatrice di «Pappami» (www.pappa-mi.it) un progetto che raccoglie i dati delle ispezioni effettuate dalle commissioni mensa di Milano.
Anche al Moige (Movimento italiano genitori) di Roma arrivano decine di segnalazioni al giorno. Mamme e papà lamentano soprattutto la scarsa varietà dei menù. «Nella maggioranza dei casi i genitori non sono molto soddisfatti - racconta Antonio Affinita, direttore generale del Moige di Roma -. Per come è organizzato, il sistema garantisce una qualità a nostro avviso scadente e soprattutto è anche molto diseducativo sotto il profilo della corretta alimentazione». Affinita cita l'esempio delle verdure: «Sono cucinate male e da varie indagini risulta che il 75% finisca in pattumiera. Bisogna ripensare la mensa in una logica completamente nuova».
Un obiettivo che, secondo il Moige, passa anche attraverso un maggiore controllo da parte dei genitori con visite a sorpresa nelle mense. «Da tempo - conclude Affinita - chiediamo inoltre la possibilità di portarsi il pasto da casa. Sarebbe opportuno che in ogni scuola ci fosse uno spazio apposito dove poterlo riscaldare anche con un microonde, assistiti da personale non docente. Servirebbe a ovviare al problema delle rette, sempre più alte. I genitori, inoltre, potrebbero così esercitare un legittimo controllo della filiera alimentare».

Fonte: corriere.it

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